Intervista a Eva Bortolotti, UNDP (United Nations Development Programme) Research and Project Manager
- Batur Bheper@liceoitaliano.net
- Feb 26
- 5 min read
Claudia
Iniziamo a conoscerci, ci racconti un po’ la sua infanzia, dove è nata, gli anni della sua formazione.
Eva Bortolotti
Sono Eva Bortolotti, sono nata a Trento, dove ho passato la mia infanzia e ho compiuto i miei studi liceali e, ora, vivo e lavoro a Istanbul.
Sin da adolescente ho sempre avuto una particolare curiosità per il mondo. Per questa ragione, durante gli anni del liceo, ho voluto passare un anno in Australia per coronare questo mio interesse e fare un’esperienza di formazione importante.

Claudia
Per quanto riguarda l’università, come ha maturato la sua scelta?
Eva Bortolotti
Ho cominciato i miei studi, per la triennale, alla Luiss di Roma, dove ho seguito un corso interamente in inglese. Ho scelto questo specifico percorso, perché volevo una dimensione internazionale e perché mi affascinava l’interfaccia tra l’economia e gli studi di tipo politico-istituzionali e sociali. La scelta di questo corso mi ha indirizzato verso la carriera che ho intrapreso presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Nel corso dei tre anni universitari a Roma, ho potuto partecipare a uno scambio in Cina, che mi ha dato la possibilità di continuare a esplorare mondi e conoscere culture differenti. Mentre ero in Cina, mi sono appassionata alle questioni relative alla sostenibilità ambientale, che è poi la materia di cui mi occupo nel mio lavoro.
Conclusa la triennale, mi sono iscritta a un master in Development Studies a Ginevra, in Svizzera, presso una scuola specializzata nella formazione per le carriere internazionali.
Claudia
Ci potrebbe raccontare le sue prime esperienze lavorative?
Eva Bortolotti
Prima di tutto vorrei dire che l’esperienza non è solo lavoro, ma è una serie di elementi professionali, di scelte fatte, anche durante gli anni di studio, così come un insieme di incontri.
La mia prima esperienza lavorativa l’ho svolta durante gli anni dell’Università, un lavoro di segreteria, nel quale mi occupavo delle relazioni internazionali dell’università, un compito che è stato utile per imparare a organizzare e coordinare. Poi, quando ho capito che la mia passione mi portava verso i temi di cui ancora mi occupo, ho fatto delle scelte in quella direzione.
La scelta di Ginevra, che è un’importante sede delle Nazioni Unite, si collega a questo mio desiderio di addentrarmi maggiormente nell’ambito dello sviluppo delle politiche internazionali. Durante gli anni del master, ho cominciato a lavorare, come tirocinio, nel programma per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. È stato difficile intraprendere questo percorso, ma anche molto interessante. In realtà ci sono molte opportunità per lavorare in questi organismi internazionali, più di quel che si pensi.
Il mondo della cooperazione internazionale è molto vasto e, quindi, le opportunità che offre si possono esplorare.
Il master è stato importante perché mi ha dato sia delle basi teoriche, ma anche delle opportunità pratiche. In quegli anni ho potuto approfondire temi di grande interesse come il gender, la governance e molto altro ancora.
Il lavoro di oggi, in fondo, è l’evoluzione di questo percorso di formazione.
Claudia
Quindi quella scelta universitaria è stata importante per determinare il suo ruolo di oggi?

Eva Bortolotti
Sì, certamente, anche se sono convinta che quel che siamo oggi, non è necessariamente come saremo domani. Non lo vedo come un punto di arrivo, ma come uno sviluppo in fieri. Sicuramente ciò che mi ha aiutato di più è stato il master perché, a differenza del percorso universitario, lo studio diventa qualcosa che si applica e questo ha orientato le mie scelte. Un percorso di questo tipo consente, infatti, di lavorare sia nel settore pubblico, sia nel settore privato. Molti miei compagni di corso hanno cominciato a lavorare nel settore in cui lavoro io, ma successivamente si sono spostati nel privato, dove il tema della sostenibilità sta diventando sempre più centrale.
Naturalmente quello su cui lavoravo all’inizio della mia carriera è abbastanza diverso da quello di cui mi occupo oggi, ma resta che quella prima esperienza è stata molto significativa.
Claudia
E dopo tutte queste esperienze e scelte, come è approdata a Istanbul?
Eva Bortolotti
Ho vissuto a Ginevra durante gli anni del master e poi ho cominciato a lavorare, ma nutrivo il desiderio di occuparmi di altri temi. In Turchia c’è un’importante sede delle Nazioni Unite, che beneficia della centralità della città di Istanbul che collega, di fatto, tre continenti. Istanbul è la sede regionale ed è uno dei nostri focal points. Qui si sviluppano progetti, che poi sono implementati in quest’area molto vasta del mondo. Istanbul, tra l’altro, è una città ben connessa grazie alle infrastrutture aeroportuali e alle compagnie aeree. Ho, quindi, deciso di cambiare prospettiva e di continuare a lavorare nell’ambito della supervisione progettuale. Questa città mi consente di lavorare con più vicinanza ai paesi che sto seguendo.
Avevo già visitato Istanbul come turista e ne ero stata affascinata. Quando ho avuto occasione di venirci a lavorare, non ho avuto molti dubbi.
Claudia
Ringraziandola per averci raccontato la sua storia, le vorrei fare un’ultima domanda: quali consigli si sente di dare alle nostre giovani lettrici e ai nostri giovani lettori quando dovranno compiere le loro scelte per il futuro?
Eva Bortolotti
Bellissima domanda, un po’ come vincere alla lotteria. Non posso certo dirvi cosa decidere, ma posso consigliarvi di seguire le vostre passioni, perché sono queste che, poi, vi motiveranno quando lavorerete. Qualunque lavoro, se non c’è una buona dose di coinvolgimento, diventa difficile da portare avanti.
La seconda cosa che consiglio è di non essere troppo spaventati nel fare delle scelte. Quello che sceglierete, sicuramente vi indirizzerà, però c’è sempre l’opportunità di specializzarsi, di cambiare e inserirsi nel mondo del lavoro in modo inaspettato. Nel mio caso, ad esempio, mi ero posta l’obiettivo di indirizzarmi verso una carriera più politico-diplomatica, mentre molti miei compagni di corso hanno iniziato a lavorare nel settore privato, dove hanno potuto applicare le competenze acquisite.
L’importante è prendere una decisione consapevole, che diventi un valore per voi e, magari, anche per gli altri. Mi sento di dirvi di non rinunciare a fare delle scelte, perché se anche la scelta che state per fare sembra per la vita, può sempre essere integrata, approfondita, orientata in molti modi. La decisione che state per prendere va vissuta come primo passo, non come qualcosa di definitivo, anche perché anche il mondo del lavoro è in continua evoluzione e cambia.
Per quanto io lavori nella stessa organizzazione, il mio lavoro di oggi è diverso da quello che facevo quando sono entrata.
Alla luce di quanto ho detto, consiglio di prendere questa decisione non con ansia, ma con passione e determinazione. La vita non è solo il tuo lavoro o quello che studi, ma anche tutto quello che c’è intorno e il segreto è proprio saper bilanciare la vita lavorativa e la vita privata. Questo l’ho imparato coltivando un mio grande interesse, che è lo yoga, di cui sono diventata anche istruttrice. Si tratta, quindi, di trovare un buon equilibrio e decidere in modo sereno, sapendo che anche se quella che state per compiere è una decisione importante, non va vissuta come definitiva.
Claudia Laharpe, classe 11/III A





Comments